INL  con la nota n.  616 del 3 Aprile 2025  da indicazioni al personale Ispettivo di sanzionare le aziende che  mensilmente anticipano in busta paga la quota di TFR maturando.

Per una sola finestra temporale (da 1/3/2015 fino 30/06/2018) era stata prevista la possibilità di liquidare mensilmente in busta paga la quota mensile di TFR maturando, unitamente alle competenze mensili del mese di maturazione: tale anticipo di TFR veniva considerato come Quota integrativa della Retribuzione (Quir) e fiscalmente tassata come reddito ordinario.

È legittimo ora anticipare mensilmente il TFR maturando? No.

Il TFR è un reddito a formazione pluriennale che beneficia di una tassazione di favore (tassazione separata in luogo di quella ordinaria) proprio perché entra nella disponibilità del lavoratore non mensilmente, non annualmente,  ma alla cessazione del rapporto.

È possibile nel corso del rapporto di lavoro chiedere un’anticipazione del TFR ma a date condizioni e con dei limiti  espressamente previsti e disciplinati dalla legge (art 2120 c.c.).

Le parti o la contrattazione collettiva  possono prevedere delle condizioni di miglior favore -rispetto a quelle legali- per la concessione di anticipi del TFR già maturato ma, come specifica INL nella nota 616/2025 l’anticipazione automatica e  mensile in busta paga della quota di TFR maturando è da considerarsi RETRIBUZIONE a tutti gli effetti quindi da assoggettarsi a contribuzione (oltre che a tassazione ordinaria).

La nota specifica che in caso di anticipazioni illegittime il personale ispettivo intimerà al datore di lavoro di ripristinare e accantonare le quote di TFR illegittimamente anticipate con un provvedimento di disposizione, immediatamente esecutivo e la cui inosservanza renderà il datore di lavoro passibile di una sanzione amministrativa da €  500 a €  3.000.